“The Uncommon Reader” (“La sovrana lettrice” nella versione italiana) è un breve romanzo satirico scritto da Alan Bennett, autore e drammaturgo britannico noto per la spiccata ironia e il raffinato British Humour.
Confesso che è uno dei miei autori preferiti! 🙂
Bennett ha immaginato un’ipotesi tanto semplice quanto geniale: cosa accadrebbe se la Regina d’Inghilterra scoprisse improvvisamente la passione per la lettura?
Nel romanzo, l’autore affronta con leggerezza e profondità temi come il potere trasformativo della letteratura, la solitudine del potere e il valore dell’introspezione.
The Uncommon Reader: la trama
La storia prende il via quando la compianta Regina Elisabetta II, inseguendo i suoi cani nel parco di Buckingham Palace, scopre per caso un bibliobus, una biblioteca ambulante.
Per educazione prende in prestito un libro, senza particolare entusiasmo.
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Tuttavia, quel gesto occasionale si trasforma in una passione crescente per la lettura.
Grazie anche all’aiuto di Norman, un giovane sguattero con un grande amore per i libri, la Regina inizia un viaggio attraverso la letteratura mondiale.
Questa nuova passione, però, destabilizza l’ambiente di corte.
I collaboratori reali, infatti, iniziano a preoccuparsi per il cambiamento nel comportamento della sovrana, che diventa sempre più riflessiva, meno interessata ai rituali e più incline al pensiero critico.
La lettura la porta a mettere in discussione le convenzioni e il suo ruolo stesso di monarca.
Il finale, ironico e sorprendente, segna un’ulteriore svolta nella sua evoluzione intellettuale.

Analisi dello stile linguistico
Alan Bennett adotta uno stile sobrio, elegante e intriso di sottile ironia, tipico dell’autore britannico.
La prosa è limpida, priva di orpelli, ma ricca di riferimenti colti e osservazioni acute.
Il registro è raffinato ma accessibile, perfetto per riflettere il tono surreale e garbato della storia.
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I dialoghi rientrano fra gli elementi più riusciti del romanzo: misurati, realistici, spesso comici nella loro formalità, riflettono il contrasto tra l’universo rigido della monarchia e la libertà del pensiero letterario.
L’autore non scivola mai nella caricatura, ma costruisce un ritratto credibile e affettuoso della Regina, trasformandola da figura simbolica a personaggio umano, curioso, imperfetto, e profondamente trasformato dalla cultura.
Giudizio
“The Uncommon Reader” è una piccola perla letteraria: conciso ma ricco di significati, divertente ma non frivolo.
Bennett riesce nell’impresa di rendere affascinante e commovente la trasformazione interiore di una figura pubblica tra le più riservate e intoccabili al mondo.
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Il romanzo parla con delicatezza del potere emancipatore della lettura, mostrando come i libri possano diventare una via di fuga, uno specchio e uno strumento di consapevolezza, anche per chi sembra avere già tutto.
Il racconto è anche una sottile critica sociale e istituzionale, che non cade mai nella polemica aperta, ma invita alla riflessione sul ruolo delle istituzioni, della cultura e dell’individualità all’interno del potere.

The Uncommon Reader e l’apprendimento delle lingue
La versione originale del romanzo è un’ottima scelta per chi studia l’inglese, soprattutto a un livello intermedio-avanzato.
Ecco alcuni motivi e caratteristiche linguistiche da considerare:
Lingua chiara ma ricercata
Alan Bennett scrive in un inglese elegante, ma accessibile.
Il vocabolario non è troppo tecnico o letterario, ma è comunque ricco di sfumature, aggettivi precisi e costruzioni sintattiche ben curate.
Questo lo rende un ottimo esercizio per arricchire il lessico e familiarizzare con lo stile britannico della scrittura.
Registro formale e ironico
La narrazione spesso utilizza un registro formale, in linea con l’ambiente monarchico e istituzionale, ma è pervasa da una sottile ironia tipicamente inglese.
Questo può essere un’opportunità interessante per imparare a riconoscere l’umorismo implicito, fatto di understatement, giochi di parole e contrasti tra forma e contenuto.
Dialoghi realistici, ma raffinati
I dialoghi sono ben costruiti e rispecchiano le differenze tra i vari personaggi: il linguaggio della Regina è misurato e formale, mentre quello di Norman è più colloquiale.
Questo aiuta a cogliere le sfumature sociolinguistiche dell’inglese britannico.
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Espressioni idiomatiche e cultura britannica
Il testo contiene alcune espressioni idiomatiche e numerosi riferimenti culturali alla letteratura inglese, alla vita di corte e alla società britannica.
Questi aspetti possono essere un po’ impegnativi, ma offrono un contesto autentico in cui sviluppare al tempo stesso competenze culturali e linguistiche.
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The Uncommon Reader in lingua originale è, quindi, una lettura breve, piacevole e molto formativa per chi studia l’inglese.
Offre un linguaggio pulito e sofisticato, perfetto per migliorare la comprensione scritta, ampliare il vocabolario e cogliere le sottigliezze della cultura e dell’umorismo inglese.
Piccola nota linguistica: il titolo originale dell’opera è un gioco di parole con l’espressione “common reader” (“lettore comune”), che fa riferimento a una persona che legge per puro piacere, in contrapposizione alla figura del critico o dello studioso.
Conclusioni
Con “The Uncommon Reader”, Alan Bennett ci offre una satira intelligente e profondamente umana, capace di far sorridere e riflettere.
È un omaggio alla letteratura e alla sua capacità di mutare la prospettiva, anche quella di una Regina.
Il libro è consigliato a chi ama la narrativa breve ma densa di contenuti, e a chi crede che ogni lettore, anche il più insospettabile, possa diventare un sovversivo grazie ai libri.
Vi consiglio anche di leggere gli altri romanzi di Alan Bennet, in particolare il mio preferito: “The Laying on of Hands“, “La cerimonia del massaggio” nella versione italiana.
Buona lettura!

Sono l’autore del sito; lavoro come mediatore linguistico dall’inglese e dal francese e in questi articoli ti parlo della mia passione per le lingue straniere e condivido con te suggerimenti e idee per migliorare le tue competenze linguistiche.
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