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“The Minimalists: Less is Now”, il documentario Netflix sul minimalismo

Non so se è così anche per te… Ma io mi sento sempre più sopraffatto dagli oggetti che mi circondano.

L’estate scorsa ho provato a fare un po’ di pulizia nell’armadio, perché c’erano troppe cose dentro e volevo riuscire a trovare quello di cui avevo bisogno, oltre a… beh, fare spazio all’eventuale arrivo di cose nuove.

Ho aperto le ante con molta attenzione, per non farmi cadere qualcosa in testa, e ho iniziato a spostare le cose sul letto ma, dopo poco, ho dovuto smettere e riporre tutto al proprio posto. Il motivo? Mi sentivo sopraffatto da tutti quegli oggetti, molti dei quali non ricordavo nemmeno di avere.

Il mio non è esattamente l’armadio di un minimalista. Quello di cui ho bisogno è un nuovo modo di rapportarmi alle cose, tenendo solo quelle di cui ho bisogno, ma senza perdere il sorriso.

“The Minimalists: Less is Now”

Imparare a liberarci degli oggetti di cui non abbiamo bisogno (spoiler: la maggior parte) e vivere una vita più felice è il tema del documentario di Netflix: “The Minimalists: Less is Now” diretto da Matt D’Avella e scritto e raccontato da Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus.

Con uno stile semplice e diretto (minimalista?), i due narratori ci aiutano a capire il modo in cui i media e, in generale, la società, ci spingono a continuare ad accumulare, portandoci ad attribuire agli oggetti significati che vanno ben oltre ciò che rappresentano realmente per noi.

Grazie ad Amazon, possiamo avere (quasi) ogni cosa entro 24 ore, direttamente davanti alla porta di casa. La pubblicità ci fa credere di essere inadeguati, di non essere abbastanza, che ci manchi sempre qualcosa per stare bene e che quel qualcosa sia un oggetto.

Una visione che ci impedisce di capire ciò di cui abbiamo bisogno: le cose che ci vogliono vendere sono in competizione con quello che vogliamo e che ci può rendere veramente felici.

Non possiamo continuare ad acquistare e consumare all’infinito

Gli esperti intervistati in “The Minimalists: Less is Now” analizzano, in particolare, il contesto degli Stati Uniti, anche se da noi la situazione non è molto diversa.

Il raggiungimento del tanto agognato sogno americano – che, in realtà, spesso si dimostra un incubo – impone di guadagnare di più per poter spendere di più. La vita viene scandita dal tempo trascorso (spendendo) tra una busta paga e l’altra.

Gli americani lavorano più della maggior parte dei Paesi industrializzati, al di sopra della media europea. E tutto questo ha un prezzo nascosto: per comprare più cose, si diventa sempre più isolati, perdendo di vista le cose più importanti e il rapporto con gli altri.

Gli oggetti vengono proposti come la soluzione ai problemi, come la chiave per raggiungere la felicità. Ma l’effetto dura poco: bene presto si desidera qualcosa di nuovo e ciò che è stato comprato diventa la base da cui partire per avere ancora di più.

E si finisce per essere sommersi dagli oggetti (come, purtroppo, accade anche nel mio armadio): le case americane contengono, in media, 300.000 oggetti. E quegli oggetti hanno un costo: nel paese a stelle e strisce, il livello d’indebitamento è molto alto: mediamente, le famiglie americane possiedono 4 carte di credito, per un totale di 16.000 dollari di debito.

Il cambiamento negli acquisti influisce sulle nostre aspettative, rendendoci sempre più immaturi.

Veniamo giudicati per quello che abbiamo: in passato c’erano solo la famiglia e gli amici come modelli di riferimento; ora, con i social, ci sentiamo in competizione con tutti, anche con i personaggi famosi.

The Minimalists: Less Is Now - Netflix - Matt D'Avella

Cosa possiamo fare?

Il documentario “The Minimalists: Less is Now” ci mostra che invertire la rotta è possibile. Prima Joshua, poi Ryan, che si conoscono da quando erano ragazzini, si sono avvicinati al minimalismo, uno stile di vita che porta a circondarsi solo dell’essenziale, a rimuovere il superfluo per concentrare l’attenzione su ciò che conta veramente.

Da anni hanno deciso basare le loro scelte su questa filosofia di vita. E, grazie al loro blog “The Minimalists”, ai libri, ai podcast e ai film, ora aiutano milioni di persone e vivere vite più significative con meno.

Nel documentario, i due autori condividono le loro esperienze di vita, insegnandoci che dobbiamo essere noi a capire come possiamo stare meglio con meno, cosa ci possa rendere davvero felici e offrirci un senso di libertà.

Ci abbuffiamo di cose che non ci servono e restiamo affamati di ciò di cui abbiamo veramente bisogno. Dobbiamo imparare a capire (anche se, personalmente, devo dire che non è sempre facile), che i ricordi non sono custoditi negli oggetti, che riponiamo in scatole e cassetti che non apriamo più, ma dentro di noi.

Conclusioni

Il minimalismo ci più aiutare a semplificare la quotidianità, ad andare oltre agli oggetti, per far spazio alle cose più importanti della vita, che in realtà non sono cose.

Ci aiuta a capire come vivere con meno il che, in realtà, significa avere di più: più tempo a disposizione, più relazioni di valore, più crescita, partecipazione e appagamento.

Al termine del documentario, Joshua e Ryan suggeriscono un metodo semplice ed efficace da cui iniziare per liberare la casa – e, quindi, la vita – da tutti quegli oggetti che non servono più. Un metodo che, da qualche giorno, ho iniziato ad applicare anche al mio armadio.

Per scoprire come fare, non devi fare altro che guardare il documentario “The Minimalists: Less is Now” 😉


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