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Parlare una lingua in modo naturale

Riuscire a comunicare in una lingua straniera con la stessa naturalezza con cui si utilizza la propria è il sogno di chiunque si dedichi allo studio delle lingue straniere.

Ma esiste un modo per raggiungere questo risultato? È davvero possibile parlare una lingua straniera in modo naturale?

Come, giustamente, spiega Hugo Cotton di InnerFrench, canale YouTube dedicato all’apprendimento del francese, l’idea di poter suggerire delle regole per parlare in modo naturale crea un paradosso: comunicare in modo naturale non può significare applicare delle regole o seguire frasi precostituite.

Eppure, l’esigenza rimane, perché si tratta di un problema molto sentito da chi studia le lingue straniere.

Perché riteniamo di non riuscire a parlare in modo naturale?

Hugo individua tre ragioni principali:

  • abbiamo aspettative troppo elevate: riteniamo di poter replicare la facilità con cui ci esprimiamo nella nostra lingua madre, un idioma che pratichiamo ogni giorno e a cui siamo esposti fin dalla nascita;
  • siamo troppo critici verso noi stessi: molti di noi sono perfezionisti, caratteristica che rende difficile una conversazione spontanea; quando parliamo la nostra lingua madre, invece, non avvertiamo la necessità di esercitare lo stesso tipo di controllo su ciò che diciamo;
  • l’ambiente: in molti casi, le lingue straniere vengono praticate solo in contesti artificiali, come le lezioni in classe, dove si creano dialoghi fittizi e dove sappiamo di non dover fare errori perché verremo valutati; in questi casi, sarebbe preferibile concentrarsi sul fatto di essere in un contesto comunicativo e che l’obiettivo è lo scambio di idee.
Parlare una lingua in modo naturale
Photo by Jopwell on Pexels.com

Come parlare una lingua in modo naturale

È, quindi, possibile, parlare in modo naturale?

Secondo il creatore di InnerFrench, per capire come raggiungere tale risultato, dobbiamo comprendere come funziona il nostro cervello.

Per farlo, è utile ricorrere all’analoga del computer e, in particolare, a due componenti essenziali: l’hard disk e la ram.

Semplificando, l’hard disk è l’archivio in cui sono registrate tutte le informazioni che sono state salvate, mentre la RAM è la memoria viva che consente di accedere rapidamente a tali informazioni.

Il nostro “hard disk linguistico” contiene le parole e i suoni associati a determinate immagini o al loro significato.

Inoltre, sono presenti delle regole, registrate in modo più o meno esplicito (come, ad esempio, il singolare e il plurale delle parole).

Come registriamo le informazioni?

Per inserire queste informazioni, associamo le immagini al loro significato, ovvero impariamo a comprendere dei messaggi.

Affinché queste informazioni possano essere registrate, dobbiamo effettuare tali associazioni più volte, possibilmente in contesti diversi: ad esempio, inizialmente vediamo una parola in un articolo, poi la sentiamo pronunciata in un podcast, poi compare nel dialogo di un film, ecc.

Questo processo ci aiuta a consolidare l’informazione e a registrarla.

Per farlo, dobbiamo essere in grado di creare un’associazione; che è legata al contesto in cui la parola o frase viene utilizzata: per questo è importante utilizzare contenuti che siamo in grado di capire all’incirca all’80%.

La RAM funziona in entrambi i sensi: quando ascoltiamo una parola, rappresenta la velocità a cui la associamo al suo significato.

Il funzionamento nell’altro senso, invece, si manifesta quando parliamo o scriviamo: è la velocità alla quale riusciamo a recuperare dalla memoria la parola che intendiamo utilizzare.

Perché riteniamo di non parlare in modo naturale

Secondo Hugo, questa analogia informatica ci aiuta a capire perché possiamo avere l’impressione di non parlare la lingua in modo naturale:

  • l’hard disk linguistico non contiene un numero sufficiente di informazioni, ovvero ci mancano le parole per esprimere idee e concetti;
  • la RAM, la memoria viva, non è abbastanza veloce: abbiamo bisogno di molto tempo per recuperare le parole che vogliamo esprimere, anche se le conosciamo già.

Per migliorare in modo efficace, dobbiamo chiederci: “qual è il mio problema principale? L’hard disk o la ram?”.

Se è l’hard disk, quindi un problema di vocabolario, la soluzione è leggere, ascoltare, essere esposti il più possibile a materiale in lingua.

Qualora conosciamo le parole, ma siamo lenti a recuperarle (problema di RAM), allora è necessario praticare di più la lingua, ad esempio attraverso corsi di conversazione (se studi l’italiano, puoi parlare con me!).

Se siamo a un livello principiante o intermedio, Hugo suggerisce di porsi come obiettivo la fruizione della quantità massima di contenuti nella lingua straniera, per arricchire l’hard disk linguistico e, in una certa misura, anche la RAM, al fine di utilizzare quel vocabolario più velocemente.

Il video si conclude con un ultimo consiglio: cerchiamo di abbandonare la pressione, evitando di concentrarci sulla necessità di parlare come i nativi o di essere più veloci.

L’importante è scegliere materiale che renda piacevole l’apprendimento e susciti il desiderio e la voglia di continuare.

Conclusioni

Lo studio delle lingue straniere richiede un impegno costante e una pratica deliberata, utilizzando contenuti che consentano di migliorare le proprie competenze linguistiche: parlare una lingua in modo naturale è il risultato di un lungo lavoro di esposizione alla lingua stessa, attraverso un impegno mirato e in base alle proprie esigenze.

Uno degli strumenti più efficaci per parlare una lingua in modo naturale è la conversazione con madrelingua: se stai studiando italiano e hai un livello intermedio, ho il tutor che fa per te: io! 😉